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Biologia | ||||
Le api preferiscono i nettari con neonicotinoidi | ||||
di David Baracchi | ||||
Abbiamo dedicato lo Speciale che state per leggere al rapporto degli impollinatori con nettari “ai neonicotinoidi” e non solo. E\' uno studio teso a determinare l’impatto dei pesticidi sugli impollinatori. Emergono novità veramente sorprendenti e ne ringraziamo il ricercatore David Baracchi, da tempo prezioso collaboratore di Apitalia. Questo nella prima parte. Nella seconda, invece, si dice che oltre al fatto di subire forti pressioni selettive da agenti patogeni, a causa del numero elevato di individui che vivono in alta densità, una relativamente bassa variabilità genetica e alti livelli di umidità e temperatura nei nidi, gli impollinatori sociali, come bombi e api, sono esposti a un maggior rischio di infezione attraverso i fiori, che rappresentano un “luogo pubblico” dove centinaia di individui si nutrono più volte al giorno. Ma questa interazione nasconde altre sorprese. Un articolo tutto da leggere | ||||
![]() Diversi studi hanno concluso che le api esposte a dosi subletali di pesticidi neonicotinoidi nei prodotti alimentari hanno difficoltà a imparare le caratteristiche floreali, l’alimentazione, la navigazione e il bottinamento, e hanno alterato la funzione motoria delle api. Questi cambiamenti nel comportamento spesso portano al fallimento la colonia. Questo corpo di lavoro ha galvanizzato la preoccupazione pubblica per il benessere delle api e nel 2013 ha portato a una squalifica di due anni per l’uso dei neonicotinoidi, i i tre più comuni (IMD, TMX, CLO), sulle colture da fiore da parte dell’Unione europea. L’importanza agricola di questi pesticidi ha motivato i produttori chimici per l’agricoltura e gli scienziati del governo a sfidare il divieto. Tuttavia, gli scettici sostengono che gli effetti negativi riportati da molti studi scientifici nascono solo da concentrazioni di neonicotinoidi che sono maggiori di quelle che si trovano nel nettare e polline di piante trattate con pesticidi. Inoltre, è stato suggerito che le api possono scegliere di bottinare su altri fiori disponibili e quindi evitare o diluire l’esposizione a tali sostanze. E non basta. Nei precedenti studi non sarebbe stata data alle api alcuna possibilità di scelta tra diversi soluzioni zuccherine con e senza neonicotinoidi. La conseguenza sarebbe dunque che, se gli impollinatori fossero respinti dai neonicotinoidi, le api libere di bottinare in natura, come anche altri insetti impollinatori, potrebbero scegliere di evitare nettare e polline delle colture trattate con pesticidi. Questi argomenti richiedono che gli impollinatori siano in grado di rilevare neonicotinoidi negli alimenti per evitare l’esposizione e scegliere attivamene i diversi nettari. In un recentissimo lavoro pubblicato su Nature (Kessler et al., 2015), utilizzando un test alimentare di scelta binaria, un gruppo di ricercatori ha dimostrato che le api e i bombi non evitano nettari artificiali con concentrazioni rilevanti di tre dei neonicotinoidi più comunemente usati, imidacloprid (IMD), thiamethoxam (TMX), e clothianidin (CLO). Inoltre, le api di entrambe le specie preferiscono consumare di più soluzioni zuccherine corrette con IMD o TMX ,rispetto a soluzioni di controllo di puro saccarosio. I dati indicano che le api preferiscono soluzioni contenenti IMD o TMX, anche se il consumo di questi pesticidi ha indotto una generale riduzione dell’appetito nelle api stesse. La stimolazione con IMD, TMX e CLO non inducono risposte nei neuroni gustativi nell’apparato boccale delle api, né inibiscono le risposte dei neuroni sensibili al saccarosio. Pertanto, i dati comportamentali e le registrazioni elettrofisiologiche dei neuroni gustativi dell’apparato boccale suggerirebbero che i bombi non sono in grado di gustare e avvertire la presenza o meno dei neonicotinoidi nel nettare. Gli autori suggeriscono che la preferenza delle api per soluzioni contenenti IMD o TMX potrebbero probabilmente derivare dall’azione farmacologica di questi composti sui recettori nicotinici (nAChR) che si trovano nel cervello delle api. Da sottolineare che la preferenza per nettari con neonicotinoidi si è verificata anche in tutte le api che sono successivamente morte. I dati del lavoro indicano che IMD e TMX influenzano i meccanismi neurali coinvolti nel riconoscere e ricordare l’ubicazione del cibo gratificante. Studi precedenti hanno dimostrato che le api libere di bottinare preferiscono raccogliere soluzioni di saccarosio contenenti basse concentrazioni di nicotina. La nicotina attiva anche l’espressione dei recettori nicotinici (nAChRs)nel cervello delle api, comprese le regioni dei corpi fungiformi (che sono i centri deputati all’apprendimento e alla memoria degli insetti). è degno di nota che alcuni studi hanno dimostrato come la somministrazione di neonicotinoidi danneggi l’apprendimento olfattivo e la memoria nelle api. Tuttavia manca ancora una chiara spiegazione di come si instauri la preferenza per nettari con IMD o TMX. Le api non possono controllare la loro esposizione ai neonicotinoidi negli alimenti e ciò implica che il trattamento di colture da fiore con IMD e TMX presenta un rischio considerevole per le api bottinatrici. Il consumo di nettari ricchi in neonicotinoidi da parte delle api bottinatrici potrebbe portare a maggiore logoramento in questa casta di operaie, oltre che a ridurre la loro efficienza di bottinamento per il polline. Ciò avrebbe un impatto maggiore sulle specie di api solitarie e colonie di api selvatiche con relativamente poche bottinatrici rispetto alle colonie di api gestite in apiario. Inoltre, se le bottinatrici preferissero raccogliere nettare contenente IMD e TMX, di conseguenza porterebbero anche maggior quantità di polline contaminato da neonicotinoidi alla loro colonie. Per queste ragioni, intere colonie di api potrebbero essere esposte a livelli di pesticidi più elevati di quelli pensati precedentemente. Strategie di mitigazione che si basano sul piantare fonti alternative di nettare e polline sulle zone limitrofe alle piantagioni irrorate con neonicotinoidi, di conseguenza, potrebbe non essere sufficiente a ridurre il rischio di avvelenamento degli impollinatori. Invece, cambiamenti politici a lungo termine che includano la riduzione il loro uso in agricoltura potrebbe essere l’unico rimedio per bloccare o almeno rallentare il declino degli impollinatori. |
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Tradotto e arrangiato da:
Kessler, Sébastien C., Erin Jo Tiedeken, Kerry L. Simcock, Sophie Derveau, Jessica Mitchell, Samantha Softley, Jane C. Stout, and Geraldine A. Wright. \"Bees prefer foods containing neonicotinoid pesticides.\"Nature (2015). |
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![]() Scritto in data 28/09/2015 da David Baracchi *Postdoc a: Laboratoire d’ethologie Expérimentale et Comparée, Université Paris 13; e a: Centre de Recherches sur la Cognition Animale, Université Toulouse III, France |
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