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Patologia | ||||||||||||||
Conoscere Aethina tumida | ||||||||||||||
di Ermanno De Chino | ||||||||||||||
Quando accade qualcosa di nuovo, è importante raccogliere il maggior numero di informazioni possibile. è fondamentale, soprattutto se si tratta di un’emergenza, agire nel modo migliore, facendo tesoro delle esperienze già fatte, soprattutto se queste sono state ben documentate. Se esistono informazioni, studi, ricerche, metodologie di intervento, strategie, e se questi hanno già dato dei risultati misurabili e documentati, perché partire da zero? Lo speciale è stato curato da un apicoltore che ha esperienza del mondo apistico a livello internazionale e così Apitalia ha ritenuto giusto proporre ai lettori questa esperienza. è aperto il dibattito | ||||||||||||||
![]() L’analisi genomica (Boucher, 2009) confermò l’aplotipo USA, suggerendo come origine dell’invasione un’espansione settentrionale delle popolazioni provenienti dagli Stati Uniti. Fu immediatamente chiesto al CRSAD (Centro di Ricerca in Scienze Animali di Deschambault) di indagare sul problema. Scopo del lavoro del 2009 era di rilevare e monitorare l’invasione. Nel mese di maggio 2009 tutti gli apiari all’interno della zona di protezione furono controllati, ma nessuno fu trovato positivo. Questo fece pensare che l’Aethina tumida non fosse sopravvissuta all’inverno, ma i ricercatori incaricati dal CRSAD sospettavano che il numero di adulti che potevano aver passato l’inverno potesse essere molto basso, rendendone difficile l’individuazione con la sola ispezione visiva. Venne pertanto deciso di collocare 40 nuclei sentinella in 7 diversi siti lungo il confine (2 telai di covata e 1 di miele formato Langstroth). Nei nuclei sentinella vennero introdotte delle trappole in ondulato Coroplast (15x15cm - aperture da 5mm). In ogni sito vennero anche collocate delle trappole “secchio”, con un esca composta da 20 g di polline e miele. I siti sentinella vennero ispezionati regolarmente a intervalli di 3 settimane, da luglio a novembre 2009. Durante ogni visita, i nuclei erano completamente ispezionati e le trappole controllate. I primi adulti furono trovati in 2 dei siti sentinella più vicini al confine con gli Stati Uniti (da 1 a tre adulti per nucleo). I coleotteri si trovavano sul fondo, sui telaini e all'interno delle trappole di ondulato Coroplast. I ritrovamenti in questi due siti si sono ripetuti durante le visite successive, ma il numero di adulti rilevati si è sempre mantenuto basso. Durante le visite di luglio e agosto, si controllarono anche degli apiari poco al di là del confine: tutti gli apiari USA visitati vennero trovati positivi. Il proprietario degli apiari informò i tecnici del CRSAD che le arnie visitate provenivano da Florida e Virginia da cui erano arrivate all’inizio del mese di luglio. Negli apiari USA, l’Aethina tumida venne rilevata in tutti gli stadi di sviluppo, con le maggiori infestazioni negli alveari deboli o abbandonati dalle api. Uno di questi apiari era a circa 1 Km dai due siti sentinella trovati positivi, “collegato” a questi dal passaggio formato con il disboscamento in prossimità di una linea elettrica che attraversava il confine. Si ipotizzò, quindi, che i coleotteri fossero stati portati con le colonie che avevano soggiornato a Sud (Virginia e Florida) per i servizi di impollinazione, spostate poi a Nord per la produzione di miele e nuovi nuclei. La presenza di questi apiari nomadi infestati, l’esiguità del numero di adulti ritrovato oltre confine, la mancanza di una popolazione permanente in Alberta e Manitoba, dove i primi ritrovamenti risalivano ancora al 2002, lasciò aperta l’ipotesi che l’SHB potesse non sopravvivere all’inverno. Vennero, allora, stabiliti gli obiettivi di studio per il 2010/11: verificare la capacità di svernamento e di completamento dell’intero ciclo durante la breve estate canadese. Nel settembre 2010, l’Ontario confermò la presenza endemica (non più eradicabile) del coleottero nel Sud-Ovest (contea dell’Essex). Nel 2012 anche il Manitoba segnalò due siti infestati nel Sud. è ora confermato con certezza che l’Aethina tumida è in grado di formare delle popolazioni residenti anche nelle condizioni climatiche che prevalgono in Canada (inverni rigidi ed estati molto corte). Anche se da un punto di vista statistico i dati del monitoraggio Canadese non possono dirsi significativi, lo sono invece per quello temporale e le osservazioni fatte sulla natura del territorio. Infatti, dalle prime segnalazioni (2002), alla conferma della radicazione (2010), trascorsero ben 8 anni. Per contro, in soli 4 anni (1998-2002), l’Aethina tumida dalla Florida si è diffusa fino alla California e al Canada. è dunque possibile estrapolare alcune considerazioni decisamente significative: 1. Pur essendo stata dimostrata la capacità di sopravvivenza anche a inverni molto rigidi, gli adulti svernanti (in presenza di inverni molto lunghi) sembrano avere una scarsa o forse nulla capacità riproduttiva. 2. Per radicare nel territorio, l’Aethina tumida ha quasi sicuramente bisogno di compiere almeno un ciclo biologico completo. 3. La radicazione e l’intensità dell’infestazione dipendono fortemente dalle condizioni ambientali (temperatura, umidità, natura del suolo). 4. L’arrivo a inizio stagione ha una forte probabilità di radicamento. 5. L’arrivo in tarda stagione (in presenza di inverni lunghi e rigidi), ha una probabilità di radicamento quasi nulla. 6. Il mezzo di diffusione più rapido è sicuramente il trasporto di api. 7. Semplici barriere naturali (come ad esempio 1 Km di foresta) sono un forte ostacolo alla diffusione del coleottero nel territorio. 8. Anche in assenza di barriere naturali (corridoio per la linea elettrica nella foresta), la diffusione degli adulti è estremamente limitata: attratti dagli alveari più vicini, i coleotteri rimangono in prossimità degli apiari infestati. 9. L’arrivo in Florida non è stato veicolato dalle Api: gli Stati Uniti non importano api dal Sud Africa, mentre importano frutta. 10. La radicazione dell’Aethina tumida veicolata dalla frutta o da altri mezzi è possibile soltanto in presenza di condizioni ambientali favorevoli (temperatura, umidità, natura del suolo, presenza di api). Rendendosi conto delle enormi differenze nelle velocità di radicazione e nei livelli di infestazione tra le diverse regioni del Canada, i ricercatori del CRSAD si posero l'obiettivo di determinare le variabili che maggiormente potevano influenzare il ciclo di sviluppo dell’Aethina tumida. Nel 2010 si diede inizio a una serie di studi per meglio comprendere i motivi delle differenti popolazioni di Aethina tumida in relazione al territorio. Lo sviluppo delle pupe venne, pertanto, monitorato in presenza di diverse condizioni termo-igrometriche del suolo: 16-18-20 °C e 0,37, 0,56 e 0,73 m3 di acqua per metro cubo di suolo secco (condizioni del Sud-Est del Canada). Vennero misurate la sopravvivenza e la durata del ciclo di sviluppo delle larve, il rapporto tra i sessi e la durata della vita degli adulti. Gli studi vennero condotti in camere di crescita utilizzando una media di 50 larve per ogni combinazione termo-igrometrica. Le larve furono ottenute allevando in laboratorio degli adulti prelevati in un apiario infestato, nel maggio del 2010. Le larve si impuparono spontaneamente nel suolo a una profondità di 5/6cm. I risultati dimostrarono che: 1. la sopravvivenza delle pupe diminuisce con basse temperature e elevato contenuto di acqua nel suolo - a 20 °C il tasso di sopravvivenza è superiore al 97% - a 16 °C scende tra il 12,5 e il 22,9%. 2. Il tempo di sviluppo delle pupe diminuisce con l’aumento della temperatura del suolo (da 69 a 78 giorni a 16 °C - da 47 a 54 gg a 18 °C - da 36 a 39 gg a 20 °C) ma rimane lungo in presenza di suoli asciutti. 3. Il contenuto ottimale di acqua nel suolo è di 0,56 m3 per metro3 di terreno. 4. La temperatura minima per lo sviluppo delle pupe è stata stimata tra i 10,2 ed i 13,2 °C, in funzione dell’umidità del suolo. 5. Il rapporto tra i sessi è influenzato dall'umidità del suolo: è stato misurato un rapporto di 1:1 per suoli secchi e a umidità intermedia e un rapporto di tre femmine per un maschio per suoli umidi. 6. Alti contenuti di acqua nel suolo riducono la durata di vita degli adulti emergenti. Nonostante il Sud-Est del Canada si trovi alla stessa latitudine del Centro Italia, le condizioni climatiche sono decisamente differenti. Nessuna barriera naturale si oppone alle gelide correnti artiche, e ciò comporta inverni lunghi ed estremamente rigidi (con punte di -40 °C). Pur essendo decisamente più corta, l’estate invece non presenta temperature molto diverse. L’Italia è ben protetta a Nord dalla barriera Alpina e il suo clima è fortemente mitigato dall’inerzia termica del bacino Mediterraneo. Per poter ritrovare condizioni simili a quelle della Penisola Italiana, e poter quindi fare delle comparazioni, dobbiamo cercare in Canada una regione con un microclima particolare, e questo è il caso della Penisola del Niagara, in particolar modo della contea dell’Essex. I grandi laghi Erie, Ontario e Huron che la circondano, e i laghi Superiore e Michigan che la proteggono da Nord, donano a questa provincia un clima particolarmente mite, dov’è possibile la coltura della vite (grandi vini del Niagara). La contea dell’Essex è in quarantena dal 2010: per l’intensità dell’infestazione nessun ape può uscire da questo territorio. Cerchiamo ora di rapportare le condizioni presenti nella penisola del Niagara con quelle della penisola Italiana: QUALI CONSIDERAZIONI SI POSSONO FARE? • Il clima della Sicilia è molto simile a quello della California. • Le precipitazioni da aprile a settembre sono quasi inesistenti. • In Sicilia, l’Aethina tumida avrà sicuramente grandi difficoltà a completare il ciclo nel terreno, tranne che negli agrumeti irrigui. • Le temperature medie dell’Italia centro-settentrionali sono più favorevoli all’Aethina tumida di quelle dell’Essex (quasi 2 mesi in più disponibili per la riproduzione). • Le temperature invernali sono decisamente più miti. • L’umidità relativa è molto simile. • Fortunatamente, nella media, le precipitazioni di giugno e luglio sono inferiori. Dovrebbe essere a questo punto chiaro che da un punto di vista climatico, l’Aethina può trovare, in alcune aree della penisola italiana, soprattutto in presenza di terreni sciolti e sabbiosi, condizioni ottimali per il suo sviluppo. Questo significa che potrà essere in grado di compiere più cicli riproduttivi. Più cicli significa più adulti che cercheranno di entrare negli alveari, con maggiori probabilità di provocare dei danni. L’estensione del focolaio calabrese, dove i due apiari positivi più lontani distano 30 Km, il numero di ritrovamenti (circa 60), la presenza di larve negli ultimi due apiari positivi inceneriti a dicembre, inducono a pensare che il coleottero sia ormai radicato sul territorio. Il protocollo messo a punto dalle autorità inglesi, infatti, stabilisce un limite di 10 miglia (circa 16 Km - il raggio di volo dell’Aethina tumida...) per l’eradicabilità del focolaio. Oltre questa estensione, il coleottero è da considerarsi non più eradicabile e occorre passare a una strategia di contenimento. Detto questo, mantenendo la speranza che l’analisi condotta finora risulti sbagliata e che l’incenerimento degli apiari in Calabria sia stata una misura efficace, pensiamo sia di fondamentale importanza che gli apicoltori approfondiscano le loro conoscenze, per non farsi trovare impreparati. COME SI DIFFONDE L'AETHINA TUMIDA • Con il nomadismo: anche famiglie non infette possono essere veicolo dell’SHB, se queste transitano in zone infette. L’SHB è fortemente attratto dal feromone d’allarme emesso dalle api. • Con il trasporto di api (nuclei, famiglie, pacchi d’ape) e bombi. Si riproduce efficacemente anche nelle colonie selvatiche di bombi e api. • Con il trasporto delle api regine (solo se le regine vengono spedite con le gabbiette utilizzate nelle banche). • Con il trasporto delle frutta, su cui può sopravvivere per molto tempo. è in grado di nutrirsi e riprodursi sulla frutta in fermentazione (ad es. Arance). • Nelle tute di apicoltori e veterinari… • Volando (fino a 15 Km). QUALI DANNI PROVOCA • In piena stagione, può distruggere le famiglie deboli nel tempo di una fioritura (15/20 giorni). • Normalmente le famiglie forti controllano senza problemi l’infestazione da SHB. • Se la popolazione di SHB è elevata, gli scarabei possono deporre una quantità enorme di uova (1.000 per ogni femmina). • Una coppia di adulti, nei 6 cicli possibili con le medie climatiche italiane, può arrivare a generare 32.000.000.000 di coleotteri! • In questo caso anche le famiglie forti non sono più in grado di controllare le uova che si schiudono. Larve e SHB adulti mangiano anche uova e larve, contribuendo a ridurre la popolazione futura di api. Il miele inquinato dagli escrementi dell’SHB fermenta, esce dai favi e spinge le colonie ad abbandonare le arnie. • Le larve possono devastare i melari in attesa di smielatura e rovinare il miele in pochi giorni. QUAL E' IL COMPORTAMENTO DELL'AETHINA TUMIDA • Le api non sono “capaci” di rimuovere efficacemente l’SHB. • Il guscio duro dell’Aethina resiste alle punture delle api. • Non riuscendo a rimuovere gli adulti dell’SHB, le api tendono a confinarli negli angoli, nel bordo del coprifavo e nelle fessure dell’arnia, cercando di propolizzarli. • Gli adulti dell’Aethina hanno sviluppato la capacità di stimolare con le loro antenne l’apparato boccale delle api, simulando il comportamento dei fuchi, e riescono così a farsi nutrire. Il comportamento permette agli scarabei di sopravvivere per lunghi periodi, anche quando sono confinati dalle api. • L’apertura degli alveari per le ispezioni libera gli scarabei dalle fessure, dove li avevano confinati le api. RICONOSCERE L'AETHINA TUMIDA • L’adulto è lungo dai 5 ai 7 mm. • Antenne molto caratteristiche, a forma di clava. • Elitre (false ali) che non arrivano a coprire completamente le vere ali. • Forma dall’oblunga all’ovale. • Il colore può variare: Rossastro-Marrone, Marrone-Scuro, Nero. • Ricoperto di una fine peluria. • Dimensioni e aspetto possono variare (diverse popolazioni). DIAGNOSI • La visita ispettiva è sicuramente il metodo più attendibile (solo le trappole armate con Fipronil, non autorizzato, assicurano un’efficacia assai elevata). • Lo scarabeo rifugge la luce: le trappole trasparenti sono le meno attendibili. Meglio utilizzare del cartone ondulato o del polionda nero. • Le famiglie deboli e quelle orfane vanno osservate per prime: l’Aethina predilige le famiglie stressate. Sono meno organizzate più vulnerabili. VISITA ISPETTIVA • Aprire il coprifavo e collocarlo girato sotto sopra in piena luce. • Osservare immediatamente i montanti dei telaini. • Controllare i favi uno a uno: gli adulti corrono sui favi, le larve tendono a essere confinate negli angoli inferiori. • Estraendo i favi, controllare ogni volta il fondo dell’arnia. • Se le arnie sono provviste di fondo mobile, sollevare l’arnia dal fondo e osservare immediatamente il bordo su cui appoggia l’arnia. • Riponendo il coprifavo, osservare la parte superiore: se gli scarabei sono presenti, si saranno rifugiati su di essa per sfuggire alla luce. MONITORAGGIO E CONTROLLO • Le trappole possono essere usate sia per monitorare l’SHB sia per controllarlo, riducendole la popolazione. • Le trappole sfruttano la tendenza delle api a confinare gli adulti di SHB. • Si suddividono in due categorie: • Trappole che catturano e soffocano gli SHB. • Trappole che avvelenano gli SHB. PRINCIPALI TRAPPOLE UTILIZZATE NEL MONDO • Beetle Blaster (olio minerale)*B • Beetle Barn (Coumaphos - Fipronil - Acido borico)* • ApiThor (fipronil)* • Diatomaceous Earth Small Hive Beetle trap*B • Polionda (Acido Borico - Fipronil)* • Slim CD-Case (Coumaphos - Fipronil - Acido borico)* TRAPPOLE CON OLIO MINERALE ED EVENTUALE ESCA • Trappole «armate» con olio minerale e aceto di mele. L’aceto di mele è un potente attrattivo per l’SHB (come anche il succo di banana fermentata). • L’SHB, attratto dall’esca, cade nella trappola, sospinto anche dalle api, e rimane soffocato nell’olio minerale. • Si stima che possano catturare il 50% degli adulti di SHB. • Possono essere usate dagli apicoltori bio. TRAPPOLE CON INSETTICIDA • Coumaphos e Fipronil non sono autorizzati in Europa. • L’efficacia del Coumaphos è diversa secondo le fonti (negli USA il prodotto autorizzato è il Check-Mite, utilizzato nella lotta alla Varroa). • Il Fipronil (autorizzato in Australia - ApiThor) è l’insetticida più efficace contro l’SHB. • Il Fipronil è altamente tossico per le api. • L’acido borico non è registrato. • L’alga Diatomaceous non è registrata. MANTENERE LE FAMIGLIE FORTI • Quando la popolazione diminuisce, le famiglie diventano vulnerabili. • Togliere i melari e stringere le famiglie sciamate. • Riunire le famiglie deboli e orfane. • Togliere i telai non coperti dalle api. • Fare nuclei forti (almeno 3 telai coperti di api). • Attenzione ai nuclei di fecondazione (i mininuclei, anche se protetti da trappole, sono troppo deboli per difendersi da soli). • Ridurre la mortalità della covata (squilibri nella colonia, patogeni, pesticidi, sinergia patogeni-pesticidi). • Aumentare la durata della vita delle api (ridurre gli stress ossidanti - fornire un supporto per la disintossicazione). • Disporre degli abbeveratoi negli apiari. • Acidificare l’acqua e aggiungere oligoelementi. • Migliorare la qualità dell’alimentazione. • Se la pressione della varroa si fa alta, rinunciare all’ultimo raccolto per effettuare i trattamenti o praticare dei trattamenti bio di contenimento tra un raccolto e l’altro (acido ossalico - acido formico). LA SCELTA DEGLI APIARI • L’SHB rifugge la luce: collocare gli apiari sempre in pieno sole. • Le larve si devono impupare nel terreno: l’ideale è poter collocare su superfici rocciose. Preferire terreni ben drenati, che asciugano in fretta. IL TRATTAMENTO DEL SUOLO • Lo stadio di pupa è quello più vulnerabile nello sviluppo dell’Aethina. • Il terreno dove sono collocate le arnie va mantenuto pulito dalle erbacce. • Nel caso venisse rilevata la presenza di larve di SHB, il protocollo prevede di trattare il suolo con Permetrina. • La permetrina è altamente tossica per le api. • Spruzzare il terreno adoperando delle campane (come quelle utilizzate per i diserbi), la sera quando le api sono rientrate. • Evitare assolutamente di spruzzare le arnie. • Ricorrere a protezioni (la Permetrina è corrosiva e causa danni irreversibili agli occhi). • 5 ml di permetrina al 40% in 4 litri d’acqua (dose per l’area occupata da 6 alveari). • Spruzzare sotto le arnie e per una fascia di 45-60 cm attorno alle arnie. • Il trattamento è efficace per 30-90 giorni, in funzione della natura, del pH, dell’umidità del terreno. • Verificare l’efficacia dei geodisinfestanti commerciali (ad es. Dursban - Clorpirfos). Granulare, meno pericoloso per l’uomo e le api. • Verificare l’efficacia del Panello di Ricino (efficace geodisinfestante utilizzato in agricoltura biologica). attenzione ai laboratori • Le uova si schiudono rapidamente. • Il miele va estratto entro 2 giorni. • Alternativamente i melari vanno messi in cella frigorifera a -12 °C per 24 ore, con una buona circolazione dell’aria. • Dopo la smielatura i melari vanno conservati in locali con umidità inferiore al 50% e una buona circolazione dell’aria. • Gli opercoli attraggono gli scarabei: vanno pressati e fusi prima possibile, o conservati in cella frigorifera. ALTRI SUGGERIMENTI • Se il miele non è pronto per l’estrazione e ci sono melari non ben presidiati dalle api, è utile spostarli su famiglie forti. Porre attenzione a non aumentare il carico di uova e scarabei nell’alveare di destinazione. • Evitare di utilizzare gli apiscampo: i melari non presidiati dalle api sono estremamente vulnerabili. • Mantenere i cassetti dei fondi antivarroa puliti: le larve di SHB si possono impupare nei detriti. • Mantenere gli apiari e i locali di smielatura puliti per ridurre l’attrazione degli SHB. • Evitare di far cadere nel terreno la cera raschiata dai telai e dal coprifavo: questa può attirare gli SHB. • Probabilmente gli alveari in polistirolo e in plastica possono aiutare a ridurre la proliferazione di SHB. • Sostituire la classica grande apertura in basso dell’alveare con dei fori in alto. Saranno sicuramente meglio presidiati dalle api. • Gli alveari vecchi, deformati, rotti e pieni di crepe offrono molti ripari dove gli adulti di SHB possono deporre. CONCLUSIONI Lo scopo di questa monografia non è quello di spaventare, ma di sensibilizzare gli apicoltori affinché si informino e si preparino. L’insieme di buone pratiche apistiche in apiario e in laboratorio, congiuntamente alla riduzione degli adulti con trappole bio-meccaniche, sono sufficienti a contenere i danni causati dall’Aethina tumida. Famiglie forti e vitali si difendono bene dall’Aethina tumida. Ridurre i fattori di stress (malattie, parassiti, pesticidi, nutrizione inadatta, qualità dell’acqua, elettromagnetismo, ecc) e supportare le api nei momenti critici, deve divenire parte integrante di ogni buona pratica apistica. L’argomento è vasto e articolato, per cui lo tratteremo separatamente nelle prossime pubblicazioni. |
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![]() Scritto in data 23/04/2015 da Ermanno De Chino Apiservices info@apiservices.it |
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