• Fausto Pontiggia |
Gli operai delle api operaie |
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La provincia di Como, come tante altre in Italia, ha una ricca tradizione apistica. Questa è la patria di grandi padri dell’apicoltura lariana, lombarda e nazionale: Albonico, Ambrosoli, Baruffaldi, Cappelletti, Grammatica, Larghi, tanto per fare nomi indimenticabili. E’ qui che nasce un Consorzio Provinciale degli Apicoltori già alla fine degli anni ’40 e i cui eredi, confluiti negli anni ’80 in una nuova Associazione, sono riuniti in una famiglia che conta oggi oltre 600 associati.
Da Milano si prosegue in direzione Nord, ci si lascia Como alle spalle e si punta verso Varese e la Svizzera. In punta al ramo sinistro del Lago, guardando verso il confine (Chiasso è dietro l’angolo), ti trovi a percorrere l’arteria centrale di un paesino di poco più di mille anime: questa è Drezzo. E come in tanti luoghi del mondo, se chiedi dell’Apicoltore, tutti ti mandano nello stesso posto, tutti sanno chi è.
L’Azienda Apistica Pontiggia nasce 60 anni fa con il papà Giovanni che lavorava in fabbrica e coltivava, al tempo stesso, una fatale passione per le api. Fatale perché mai il Giovanni operaio instancabile, poteva immaginare cosa gli avrebbe riservato il destino della sua famiglia e l’esempio che un genitore, domatore di un insetto che punge, avrebbe determinato sui figli.
Giovanni Pontiggia, dunque, negli anni ’50 ha un hobby che, contrariamente a tanti altri, offre anche qualche occasione di integrazione economica al modesto reddito da operaio con il quale bisogna mandare avanti una numerosa famiglia: moglie e quattro figli.
E le api in questa casa rappresentano una passione che non è mai venuta meno. Gli alveari di quegli anni passano da 50 a 150. Il lavoro aumenta in modo imprevisto ma anche le soddisfazioni.
E nel ’90 esordisce Fausto. Lavora in fabbrica anche lui, come quasi tutti da queste parti. Ma a vedere il papà stracarico di lavoro, con le api sempre bisognose di attenzioni, si interroga sul suo futuro e sceglie: basta con la fabbrica, meglio l’aria aperta, meglio le api operaie che la vita da operaio.
I genitori non vedevano un grande futuro dietro questa scelta, nessuno si sentiva di incoraggiarla. Ma Fausto è testardo e si butta con tutto l’impegno di cui è capace. Parte con l’eredità del padre; 150 alveari sono un buon inizio per chi intende far sul serio e nel giro di qualche anno se ne aggiungono altrettanti: 300 alveari sono l’ambizioso obiettivo raggiunto, ma papà Giovanni resta sempre in pista, prudente e guardingo, con i suoi preziosi consigli e con la necessaria vigilanza sull’operato del figliolo.
Due sono i fattori determinanti per il successo del giovane Fausto: l’aiuto e gli incoraggiamenti da parte dei colleghi Apicoltori già affermati e la dimestichezza con le api, una conquista dei tempi in cui era bambino e gli alveari in casa non erano un fastidio per nessuno, Anzi…
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CARTA DI IDENTITÁ |
nome |
Fausto |
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cognome |
Pontiggia |
età |
40 |
regione |
Lombardia |
provincia |
CO |
comune |
Drezzo |
nome azienda |
Apicoltura fratelli Pontiggia |
inizio attività |
1990 |
arnie |
600 |
apicoltura |
Nomade e Stanziale |
tipo di api |
Apis Mellifera Ligustica
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tipo di miele |
Acacia
Tiglio
Castagno
Millefiori
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miele prodotto |
150 quintali/anno |
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• L'Intervista |
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Come ha iniziato l'attività di apicoltore? |
Nel ‘94 il mio ritmo era già ai limiti di sopportazione; allora ho avuto l’idea di coinvolgere mio fratello più piccolo, Ivano, che mi ha seguito senza esitazioni. Qui da noi si fa ancora quasi tutto a mano: almeno 20 spostamenti l’anno, alcuni anche sulle grandi distanze. Abbiamo numerose postazioni in Lombardia: si parte dalla pianura lodigiana per arrivare gradualmente alle fioriture delle montagne che circondano il Lago di Como. A fine raccolto si torna dalle postazioni nomadi con i melari pieni. E si comincia a lavorare in laboratorio. Nasce così tutto il nostro miele.
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Che tipo di Apicoltura conduce? |
A Maggio del 2004 siamo riusciti a coronare un vecchio sogno: la realizzazione di una nuova struttura che, con tutto il rispetto per chi aspetta i soldi pubblici per fare qualcosa, noi abbiamo realizzato senza apporti economici esterni. Una vera e propria, grandissima scommessa! Il nuovo capannone è stato progettato sulla base esclusiva delle nostre esperienze ed esigenze aziendali. 500 m2 tutti per le api, dallo scarico e carico delle merci ai sollevatori che trasferiscono i melari dal piano terreno a quello superiore dove è attiva la zona di estrazione del miele.
Al livello superiore c’è la sala di smelatura. Una disopercolatrice, due smelatori radiali motorizzati, una vasca di decantazione, una spremi-opercoli che agevola la separazione rapida del miele estratto dalla cera. Gli opercoli vengono compressi in trucioli per il successivo passaggio nella sceratrice a vapore. Nessun’altra preoccupazione. Abbiamo messo a punto una linea di lavorazione che crea una grande economia di risorse umane e di tempistiche esecutive. Gli sforzi e i tempi degli anni passati sono oggi addirittura dimezzati.
Ma questo è il regno di mio padre che è un pignolo dell’anima e che cura ogni particolare. Persino la griglia a terra, in tutta l’area di estrazione del miele, per evitare la fastidiosa e poco igienica sensazione delle scarpe appiccicose!
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Che problemi incontra nella sua regione nella produzione del miele? |
Negli ultimi anni il più grande problema è diventato anche qui quello delle malattie delle api. Nei primi anni di attività, quando la varroa era ancora un pericolo in agguato, le perdite erano pesantissime. Poi sono arrivati i prodotti autorizzati. Apivar è stato di grande aiuto fin tanto che era disponibile, Oggi l’Apigard e l’acido ossalico rappresentano le nostre scelte aziendali.
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Problemi nella commercializzazione? |
Mia mamma Lina gestisce il punto vendita a Drezzo. Se ne occupa a tempo pieno assicurando ai visitatori l’apertura di 365 giorni all’anno. C’è poi in preparazione il nuovo punto vendita nel capannone appena costruito. Nel punto vendita aziendale nasce un rapporto di fiducia completa con i consumatori. Sono loro che da anni toccano con mano, vedono la realtà in cui nasce il prodotto, assaggiano, imparano, partecipano e passano parola. Abbiamo attorno grandissime realtà aziendali ma siamo stati capaci di ritagliarci il nostro spazio.
Ci sono poi i mercati locali, le fiere, i soliti appuntamenti di settore. Qui in genere si incontra un consumatore diffidente, prevenuto, confuso, incapace di percepire le differenze tra il miele dell’Apicoltore e quello del supermercato.
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Che consiglio darebbe agli apicoltori? |
Il clima fa impazzire api e apicoltori, la burocrazia, i nuovi parassiti in arrivo, sono tutti elementi che possono scoraggiare chi inizia oggi. Ecco perché suggerisco di iniziare con pochi alveari, imparare a conoscere e ad avere dimestichezza con il mondo delle api. Fatevi adottare o adottate voi stessi un Apicoltore più esperto e magari anziano.
Poi arriverà il vostro momento: scatta inevitabilmente un meccanismo di consapevolezza che ti induce a scegliere di ingrandirti e a dar vita a nuovi alveari.
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Professionisti si nasce o si diventa ?
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Solo con il tempo si diventa Apicoltori professionisti. E’ fondamentale vivere la piccola dimensione aziendale e non dimenticare mai che anche un professionista ha sempre qualcosa da imparare dagli altri colleghi, più piccoli o grandi che siano. Mio padre Giovanni è stato il mio Maestro di Apicoltura. E’ lui che mi ha insegnato la manualità ma anche lo spirito di servizio associativo. Mio padre è stato tra i fondatori della Cooperativa ApiComo che ancora oggi supporta gli Apicoltori della zona per gli acquisti collettivi di attrezzature.
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Cosa rappresentano le Api per lei? |
Vi sembrerà strano ma anche per me le api sono ancora un mondo fantastico! A livello professionale si fanno cose sempre di corsa, si è portati inevitabilmente a non pensare mai a ciò che hai davanti. Sono api, ma potrebbero essere mucche, pecore, suini, polli. Poi però, se ci ragioni un attimo soltanto, ti accorgi che non ci sono allevamenti altrettanto particolari e affascinanti. Un giorno ti ritrovi a fare una lezione ai bambini che tornano con i loro genitori e ti fanno altre domande e ti accorgi che noi siamo produttori strani ma fortunati: i nostri clienti non parlano con noi di miele. Vogliono che diciamo loro tutto il possibile sul mondo delle api. E di qui ad innamorarsi del proprio mestiere il passo è breve. Anche mia moglie oggi è contenta: suo marito è un Apicoltore e questo oggi è un mestiere vero, forse più faticoso e rischioso di altri ma capace di dare un qualcosa che trasuda entusiasmo anche nei piccoli. Il più grande dei miei figli ha 14 anni e segue già le orme di suo padre.
Qui siamo tutti nati e cresciuti con le api di mio padre Giovanni che oggi ha superato le ansie e le esitazioni di un tempo. E’ la sua passione che ha prodotto tutto questo. La costanza di mia madre Lina che non ha mai trascurato noi bambini, come non trascurava le api e i numerosi visitatori che ogni giorno passavano per un vasetto di miele. Mio fratello Ivano, mio moglie, i miei figli. L’orgoglio di una famiglia unita, di un grande e operoso alveare, di instancabili operai delle api operaie.
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