• Eleonora Stroppa |
Largo ai giovani |
di Roberto Grillini |
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CARTA DI IDENTITÁ |
nome |
Eleonora |
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cognome |
Stroppa |
età |
28 |
regione |
Marche |
provincia |
AN |
comune |
Fabriano |
nome azienda |
La Pieve |
inizio attività |
2008 |
arnie |
150 |
apicoltura |
Stanziale |
tipo di api |
Apis Mellifera Ligustica
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tipo di miele |
Millefiori
Acacia
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miele prodotto |
0 quintali/anno |
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• L'Intervista |
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Carissima Eleonora, come ha iniziato il suo viaggio apistico? |
Non provengo da una famiglia di apicoltori o imprenditori agricoli.
Dopo aver lavorato presso un’assicurazione, ho capito che quel lavoro non faceva per me, bisognava vendere fumo alle persone e allora ho ascoltato l’impellente bisogno interiore di andarmene, un po’ come un personaggio famoso di un romanzo dello scrittore inglese Conrad. Cosi mi sono decisa a seguire la mia passione, l’apicoltura appunto, e avviare un’attività tutta mia, a contatto con la natura.
Ho iniziato con 4 famiglie di api che mio padre allevava per hobby, portandole subito a 60. Una notazione, il miele prodotto da mio padre, consumato in famiglia e orgogliosamente regalato agli amici era buonissimo.
Proprio per questo ho mantenuto il centro aziendale lì, dove le condizioni della flora nettarifera sono ottime. |
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Che tipo di apicoltura pratica? |
Apicoltura convenzionale. Tengo a precisare, però, che applico un’apicoltura convenzionale “particolare”.
Mi spiego meglio. Miro molto alla qualità del prodotto e ciò mi porta a posizionare gli apiari lontano da coltivazioni intensive, fonti di inquinamento da agrofarmaci, e ad adottare accorgimenti preventivi e curativi naturali. Insomma, cerco di mantenere integro e sano l’ambiente in cui vivono le api. Pratico l’allevamento stanziale non perché meno complicato e costoso del nomade, ma, semplicemente perché ho trovato zone con condizioni pedo-climatiche e di flora ottimali per le qualità del miele che produco attualmente. Sostanzialmente vorrei che un prodotto ottimo e genuino possa finire sulle tavole di tutti, praticando prezzi onesti. |
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La consistenza dell'apiario? |
150 famiglie, dislocate principalmente su fondi di proprietà. |
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Si avvale di particolare tecniche di allevamento? |
Per ottenere un prodotto migliore non ho ubicato gli apiari in zone ricche di fioriture, molto spesso di poco pregio e soggette a inquinamento ambientale, ma solo in zone amene dove prati e boschi le fanno da padroni.
Curo molto gli apiari, mi sento responsabile della vita di questi insetti adorabili, sono affezionata alle mie famiglie e cerco di capire e soddisfare ogni loro necessità. Sono meticolosa nelle fasi di smielatura, filtraggio, maturazione e invasettamento. |
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Cosa rappresentano per lei le api? |
L’ape mi ha affascinato fin da piccola. Non a caso, gioca un ruolo significativo nell’immaginario fanciullesco.
L’ape è presente anche nell’immaginario collettivo, religioso e simbolico... ci sarà pure un motivo, o no?
Ricordo ancora quella volta che mio padre mi portò dalle sue famiglie di api: volevo vedere l’ape regina e finalmente si era deciso a condurmi con lui. Avevo sei anni circa e mi aveva protetta con una sua maschera-camiciotto, enorme. Purtroppo, indossavo dei pantaloni poco adatti e le api mi punsero sulle gambe, in gran numero. La mia reazione non fu di spavento, probabilmente le api, per aggredirmi, avevano avuto più paura di me, pensai.
Papà mi disse che non tutti i mali vengono per nuocere e l’episodio ci aveva dato la possibilità di scoprire che non ero allergica alle punture delle api. Ero molto soddisfatta di aver fatto la scoperta e di aver finalmente visto le api da vicino: erano piccolissime e bellissime. Rimasi affascinata dall’ape regina e dal suo portamento “regale”, elegante.
Da allora, ricordo di aver ribattezzato le api così: le “apette di papà”. Per me ogni ape che incontravamo era come se fosse una “di famiglia”, uscita a raccogliere un po di polline.
Oggi, a distanza di anni, sorrido quando mia figlia di 5 anni mi dice: «mamma quando andiamo a vedere le tue apette?». Oppure: «lo sai mamma, all’asilo erano entrate due “apette” in classe, e due bambini hanno pianto perché avevano paura, ma io gli ho detto che erano le “apette” di mamma e non dovevano preoccuparsi, erano buone». |
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Quali tipi di miele produce? |
Principalmente, miele millefiori e in quantità inferiore acacia e melata. L’apiario a millefiori si trova in zone coltivate a prato e boscate.
I prati sono naturali, con flora che va da piante erbacee delle famiglie delle graminacee e delle leguminose. Le principali fioriture sono lavanda, santoreggia, timo, ginestra, erba medica, edera, biancospino, noce, pino, ciliegio, tiglio. Produco anche miele in favo, va a ruba; crema di nocciole; acacia con peperoncino; acacia e tartufo; acacia con noci e nocciole. Realizzo bomboniere personalizzate con vasetti di miele mignon e con la cera candele e decori. |
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Produce anche api regine? |
No, per ora, ma sono convinta che per chi fa questo lavoro, e non per hobby, è un passo che bisogna fare per tutta una serie di vantaggi che offre all’apiario. Come già detto ho puntato sulla qualità del miele e non sulla quantità e ciò mi penalizza un poco. Producendo meno per avere un prodotto di qualità bisognerebbe aumentare il prezzo, ma a me piace offrire a prezzi onesti i miei prodotti, così da poter essere alla portata di tutti. |
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Come lotta contro la varroa e gli altri amici egli alveari? |
Oltre a usare le arnie con fondo anti varroa, permette di monitorare la quantità di acari presenti e soprattutto di eliminare quelli che si sono staccati dalle api, effettuo interventi tampone con prodotti di origine naturale che non vanno a inquinare l’alveare e soprattutto la cera. Tengo un occhio sempre puntato agli sviluppi in merito e alle ultime normative. Per quanto riguarda le malattie della covata o degli adulti, l’essenziale è la tempestività della diagnosi, per un successo della terapia. In ogni caso, la buona condotta dell’apiario è fondamentale per accorgersi tempestivamente se c’è qualche accenno di malattia in corso e per attuare, quindi, la cura migliore. |
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Ci parli delle soddisfazioni ottenute |
Ho iniziato ad avere le prime soddisfazioni quando vedevo il volto sincero dei clienti che ritornavano ad acquistare i miei prodotti, complimentandosi per la loro bontà; o quando importanti laboratori di pasticcerie e bar si venivano a rifornire da me per le loro produzioni artigianali perché volevano accordare un valore aggiunto al loro prodotto.
L’apice della soddisfazione l’ho avuta quest’anno, quando ho ricevuto il “premio qualità miele marchigiano 2013”, organizzato dall’A.S.S.A.M- Regione Marche. Con il premio ho avuto la conferma che la mia filosofia e il mio obiettivo, di puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità del prodotto, erano raggiunti. Poi, mi piace, molto, portare a esempio un paragone.
Mettiamo a confronto il miele millefiori con un formaggio pecorino. Prendiamo il formaggio prodotto con il latte di una pecora che pascola nelle ricche e succulente coltivazioni di pianura e prendiamo il formaggio prodotto dalla stessa pecora che pascola sui prati naturali, variegati e incontaminati, ma poveri, di montagna.
Quale sarà la forma di formaggio più buona e saporita? Quale pascolo, a parità di estensione e di tempo, fornirà più forme di formaggio? La risposta non mi sembra, proprio, difficile. |
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Quali consigli darebbe ai giovani come lei? |
Ai giovani raccomando di non iniziare l’attività a occhi chiusi, di frequentare prima qualche esperto apicoltore per conoscere le problematiche cui andranno incontro e, se convinti, frequentare un corso di apicoltura.
I vecchi apicoltori non sono “gelosi” delle loro conoscenze, a me hanno aiutato e consigliato molto. Per non parlare del tecnico del Consorzio apistico Sergio Cocciarini che mi ha seguita, in particolare, nelle critiche fasi iniziali. In apicoltura, come in molte altre attività, non si finisce mai di imparare. Non vergognamoci di chiedere per imparare o di aggiornarci, il sagace Totò diceva: «nessuno nasce imparato». Ai giovani come me consiglio di iniziare l’attività solo se veramente appassionati, senza grandi mire economiche, perché l’imprevisto e lo sconforto sono dietro l’angolo. Con passione, determinazione e costanza si possono avere grandi soddisfazioni. |
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Cosa non funziona nel mondo apistico? |
Non è buona educazione rispondere a una domanda con altre domande, ma viene spontaneo.
Perché l’apicoltura non è considerata al pari di un’altra attività redditizia?
Perché la ricerca non si occupa in modo serio delle malattie importanti dell’ape?
Perché non emergono le problematiche dell'apicoltore ma sono tenute nascoste?
Potrei andare avanti a “iosa”, ma posso dire che le risposte sono tutte riconducibili a una vera e sincera aggregazione tra gli apicoltori e a una seria rappresentanza della categoria presso le istituzioni che contano. Manca voce! |
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Che cosa si aspetta dal futuro? |
Molto! Nell’attesa, ho intenzione di mettere in atto diverse iniziative che per scaramanzia non anticipo. |
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Oltre all'apicoltura ha anche altre attività? |
Sì produco anche delle ottime confetture extra: rosa canina, ginepro, pomodoro verde, pomodoro rosso, peperoni, uva, prugne e fragola. La frutta utilizzata viene prodotta e raccolta in azienda.
Oltre al fabbricato, laboratorio, per la trasformazione, nel centro aziendale c’è anche un antico edificio con attigua chiesa “plebanizia” che ho trasformato in affittacamere. |
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Eleonora Stroppa |
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