• Giorgio Poeta |
Natura pulita per api sane |
di Massimo Ilari |
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CARTA DI IDENTITÁ |
nome |
Giorgio |
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cognome |
Poeta |
età |
28 |
regione |
Marche |
provincia |
AN |
comune |
Fabriano |
nome azienda |
Azienda Agricola Giorgio Poeta |
inizio attività |
2003 |
arnie |
220 |
apicoltura |
Stanziale |
tipo di api |
Apis Mellifera Ligustica
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tipo di miele |
Acacia
Girasole
Melata di abete
Millefiori
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miele prodotto |
50 quintali/anno |
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• L'Intervista |
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Come ha iniziato l'attività di apicoltore? |
Per scherzo. Quando ho completato il mio ciclo di studi all’Istituto Tecnico Agrario di Fabriano e prima di iscrivermi al Politecnico di Ancona, alla facoltà di Agraria, mio padre mi fece dono, invece del classico viaggio che si regala finite le superiori, due arnie piene zeppe di api. Ci rimasi male, sinceramente avrei preferito il viaggio!
Ripensandoci... è stata la mia personale svolta. In più, il papà mi fece conoscere anche colui che diventò il mio mentore, cioè Sergio Stroppa di Albacina, storico apicoltore che è stato, e lo è tutt’ora, un grande punto di riferimento per me e l’attività che svolgo. |
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Cosa significa avere una passione per l’ape? |
E’ facile rispettare tutto ciò che ti circonda. Persone, animali, ambiente. Vivere in modo orizzontale, dove tutto quello che si ha intorno è sul nostro stesso piano, rapporti interpersonali compresi. Dunque, non in modo verticale. |
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Per quali motivi ha scelto questa strada? |
Sono state le api a scegliere me. Per la mia simpatia, immagino. Scherzi a parte, accontentarsi è la personalissima chiave di lettura della vita cui mi sono sempre attenuto. Ma attenzione, accontentarsi non significa prendere quello che viene, non essere ambizioni, non essere alla ricerca del meglio.
Significa, semplicemente, lavorare al meglio con quello che la tua zona ti offre, cercando di soddisfare la propria indole. Io sto cercando di farlo, e ho trovato nelle api e nel miele la mia strada. |
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Quali sono le difficoltà che si incontrano nella sua zona? |
Le difficoltà le incontra chi se le crea. Produrre un terzo di quello che si produce nella zona jesina, per esempio, potrebbe essere una difficoltà.
Avere inverni rigidi e lunghi pure.
Ma se uno valorizza il proprio prodotto, la propria azienda, la propria storia, il proprio lavoro, non ci sono difficoltà. Credere in quello che si fa, ripaga sempre. E non solo economicamente. |
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Che problemi pone la commercializzazione? |
Per una azienda che come la mia vende esclusivamente alla GDO (Grande Distribuzione Organizzata, ndr) di alta gamma, il problema sono i pagamenti in fattura. Lenti, e a volte irrecuperabili. |
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Pratica il nomadismo? |
Per adesso solamente piccolissimi spostamenti per provare nuovi mono floreali da inserire sul mercato (coriandolo su tutti). |
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Che cosa direbbe agli apicoltori che usano antibiotici? |
Se il prodotto miele ha tutte le caratteristiche che per legge deve avere per essere commercializzato, perché vietarli e far cosi morire centinaia di alveari? E’ passata l’era delle streghe al rogo, non vedo perché ricominciare con le api… |
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Che tipo di Apicoltura conduce? |
La mia apicoltura si basa sul benessere dell’ape. Poca, se non nulla, alimentazione artificiale, controllo ferreo della varroa, nessun tipo di ingabbiamento della regina che trovo una pratica poco consona a chi ama e rispetta le api. |
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Un Apicoltore deve essere anche un esperto botanico?
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Il mio modestissimo parere mi porta a dire che sia fondamentale essere un esperto botanico. Perché? Semplice, per avere produzioni qualitativamente al top, una buona struttura aziendale riguardante poi la futura commercializzazione (tallone di Achille per molti), e maggiore forza di mercato. |
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Quali consigli darebbe ai giovani come lei? |
Di non avere fretta. Di essere orgogliosi quanto basta, perché ascoltare chi ha più esperienza di te, anche se magari non ha il tuo percorso di studi, non fa altro che aumentare l’esperienza, che è alla base di questo lavoro. E poi, di fare bene i conti! |
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Lei è stato ospite al programma televisivo Geo&Geo e ha ottenuto il premio nazionale Oscar Green. Ci parli anche delle altre soddisfazioni ottenute. |
La più grande soddisfazione lavorativa è stata quella di essere entrato nel circuito Eataly, catena al top per la distribuzione di alta gamma.
E a livello personale, essere stato il primo testimonial della “Made in Fabriano Academy”, un’Accademia delle eccellenze fabrianesi. |
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Utilizza particolari tecniche per migliorare il lavoro in apiario?
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Esposizione assolata nella direzione sud-est, in posizione bassa ma mai umida d’inverno, massimo 40 arnie per postazione, controllo veloce ma molto frequente. |
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Come lotta contro la varroa? |
Acido ossalico sublimato in diversi momenti, ma sempre senza melario. Produzioni di molti sciami in primavera per abbassare in numero di varroa/arnia. |
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Che cosa non funziona in apicoltura? |
L’associazionismo. Ma ci stiamo lavorando! |
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Cosa funziona nel mondo apistico? |
La grande voglia degli apicoltori. |
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Cosa rappresentano per lei le api? |
Molto. Quasi tutto. Una rivincita personale, un modo di vivere al di fuori degli schemi, una possibilità di dare sfogo alla mia anima, creando insieme a loro un qualcosa di indelebile. |
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Ci racconti un episodio particolare legato alla sua attività.
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Sicuramente agli albori della mia avventura. Feci un viaggio di un ora e mezzo sulla mia Suzuki Samurai, in compagnia di Sergio Stroppa. Avevamo caricato 10 arnie piene zeppe di api in macchina, di cui una anche sulle gambe del povero Sergio! Ringrazio il Signore che son qui a raccontarla! |
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Aspettative future della sua attività? |
Un po’ di stabilità sui mercati, incrementare leggermente le quantità prodotte e quindi commercializzabili, e continuare a lavorare con il sorriso. Perché se manca quello, tutto il resto perde valore. |
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• Le immagini di questa intervista (click per visualizzare) |
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Miele d'acacia in barrique. |
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