Speciale Apicoltori - n. 604, ottobre 2010
Gli uomini dell'Apicoltura in Italia
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 • Alvaro Caramanti
Le api? Una passione di vita
di Massimo Ilari, Alessandro Tarquinio
 
 CARTA DI IDENTITÁ
 nome  Alvaro
 cognome  Caramanti
 età  54
 regione  Marche
 provincia  MC
 comune  Pievebovigliana
 nome azienda  Cooperativa Monti Azzurri
inizio attività  1980
arnie  200
 apicoltura  Stanziale
tipo di api  Apis Mellifera Ligustica
 tipo di miele  Millefiori
Acacia
Castagno
 miele prodotto  50 quintali/anno
 
 • L'Intervista
 
Come ha iniziato l'attività di apicoltore?
Singolarmente, io e Carlo Santoni, mio compagno di avventura, abbiamo iniziato come hobbysti: agli inizi degli anni ‘80. Poi, nel 1992, abbiamo costituito la Cooperativa Monti Azzurri e anche se il sistema cooperativistico dalle nostre parti non è ancora compreso a fondo, abbiamo riunito una ventina di apicoltori e avviato la commercializzazione del miele sotto lo stesso marchio. Oggi, dopo varie vicende, la Cooperativa è formata solo da pochi soci che, però, credono veramente in ciò che si sta facendo. Il vecchio andante “pochi ma buoni” ha ancora il suo valore.
 
Per quali motivi ha scelto questa strada?
Agli esordi, come già detto, per hobby. Via via, però, l’apicoltura è diventato un vero e proprio lavoro. In una seconda fase all’apicoltura vera e propria si è aggiunta la lavorazione della cera d’api per la trasformazione in fogli cerei e la rivendita di attrezzature apistiche. Queste attività, con il passare degli anni, ci hanno fatto diventare un punto di riferimento per gli apicoltori della nostra provincia e non solo.
 
Cosa significa avere una passione per l’ape?
Significa avere una passione per la natura; essere ottimi osservatori dei particolari; essere disposti a lavorare in simbiosi con le api, un tempo per produrre più miele, oggi anche e soprattutto per salvare la specie dalle insidie che incombono e minacciano la loro sopravvivenza.
 
Quali sono le difficoltà che si incontrano nella sua zona?
I problemi di sopravvivenza delle api sono un po’ quelli che si trovano ad affrontare gli apicoltori di tutta Italia. In più, per quanto riguarda la nostra zona, producendo in media montagna, le produzioni non sono quelle della pianura, sopperiamo alla quantità con la maggiore qualità del prodotto, cosa che non sempre è apprezzata adeguatamente.
 
Che problemi pone la commercializzazione?
Per noi non c’è un grosso problema di commercializzazione, visto che nei pressi del laboratorio abbiamo un negozio di prodotti tipici, gestito da mio figlio, che assorbe interamente le nostre produzioni.
 
Pratica il nomadismo?
No, ma solo per una questione di tempo da dedicare agli spostamenti che richiederebbero troppo impegno in periodi cruciali per le nostre attività.
 
Un Apicoltore deve essere anche un esperto botanico?
Certamente, esperto botanico, in primis, ma anche meteorologo e osservatore delle fasi della natura, per intervenire al momento opportuno. La ragione? Migliorare le produzioni e la condizione generale delle api. Se le nostre amiche sono in forma fanno fronte al meglio alle patologie che le colpiscono.
 
Che tipo di apicoltura pratica?
Completamente stanziale: quasi tutti gli apiari sono posti fra i 500 e i 1000 metri.
 
Che cosa direbbe agli apicoltori che usano antibiotici?
Che non si rendono conto del danno che stanno facendo. E’ come se l’uomo prendesse antibiotici in maniera preventiva per combattere le malattie da raffreddamento. Le conseguenze? In poco tempo, per assuefazione, si creerebbero dei ceppi di virus resistenti e si rischierebbe di morire di polmonite per le conseguenze di un raffreddore. Da non trascurare il fatto che con il ricorso agli antibiotici scade la qualità del miele e si verifica una caduta d’immagine tra i consumatori. Eppoi, sarebbe bene non dimenticare che il ricorso agli antibiotici è proibito dalla legge.
 
Utilizza particolari tecniche per migliorare il lavoro in apiario?
Per mancanza di tempo, ormai cronica, impieghiamo tutte le innovazioni che permettono di effettuare i lavori in apiario in modo rapido e con minor dispendio di energie (apiscampo, soffiatore, disopercolatore… ecc.).
 
Come lotta contro la varroa?
Nel corso degli anni abbiamo cercato di usare solo metodi naturali come mentolo, eucaliptolo e acido ossalico. Oggi, invece, bisogna assolutamente adottare metodi di blocco o asportazione di covata e, di tanto in tanto, (purtroppo) ricorrere alla chimica a basso impatto.
 
Cosa non funziona nel mondo apistico?
La grande malattia del mondo apistico è l’ignoranza, specialmente da parte di quegli apicoltori che credono di avere in tasca la verità assoluta e continuano a sbagliare e a dare consigli errati… un po’ di umiltà in più non farebbe male a nessuno. Non è così difficile praticare l’umiltà, visto che basterebbe osservare il comportamento delle api.
 
Cosa funziona nel mondo apistico?
Come in tutti i campi, quello che funziona è quella parte di apicoltori seri che si confrontano a partire dalle difficoltà, che consigliano i giovani e li indirizzano, mettendo da parte le gelosie, verso tecniche apistiche giuste e produttive.
 
Cosa rappresentano per lei le api?
Sintetizzando si potrebbe dire “la passione di una vita”. Le api sono una delle poche cose che, anche nei momenti di difficoltà, ho sempre tenuto in un posto di riguardo: non a caso hanno scandito, direttamente o indirettamente, i vari momenti della mia vita: l’hobby, la cooperativa, il negozio. Ultima, solo in ordine di tempo, la nomina a Presidente del Consorzio Apistico Provinciale Obbligatorio di Macerata. Diciamo che le api mi hanno regalato discrete soddisfazioni.
 
Ci racconti un episodio particolare legato alla sua attività.
Insieme a Carlo Santoni eravamo stati chiamati per uno sciame che aveva scelto come dimora un loculo di un cimitero di campagna. Fatto il lavoro, siamo passati dall’anziano parroco per dire che era tutto a posto. Il parroco, non conoscendoci e sentendo parlare di “cassette”, ha creduto chissà quali riti avessimo fatto nel cimitero. Così abbiamo dovuto sudare le proverbiali sette camicie per spiegare l’accaduto, prima che chiamasse i carabinieri.
 
Aspettative future dell’attivita?
Un’apicoltura alla portata di tutti, con maggior competenza tecnica e meno personalismi.
 
 
 • Le immagini di questa intervista (click per visualizzare)
Alvaro Caramanti
Carlo Santoni
 
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